Programmare un’applicazione, quando ci sono molti processi coinvolti, può essere molto complesso e scomodo, soprattutto quando quelle procedure potrebbero essere automatizzate e non programmate e riprogrammate.

Esistono poi applicazioni che intendono richiamare determinate funzioni da servizi esterni per riprodurne o espandere le caratteristiche. In tal caso, se gli sviluppatori di tali servizi esterni non diffondono il codice sorgente, risulta molto difficile effettuare tali operazioni.

Non è chiaro a cosa facciamo riferimento?

Prendiamo un esempio: hai delle estensioni installate sul tuo browser? Se non ne hai, avrai sicuramente parlato di Adblock, ad esempio. Ecco, tutte le estensioni, per poter funzionare e integrarsi con il resto del programa.

Un po’ di tempo fa GuideGeek aveva pubblicato un articolo di introduzione alle API, spiegando cosa sono e a cosa servono. Ed è proprio questo, il pezzo che manca nella situazione appena descritta: le API.

Sì, perché le API si occupano di standardizzare, automatizzare e rendere sempre disponibili determinate procedure agli sviluppatori che vogliano utilizzarle nelle loro applicazioni.

Senza di esse, praticamente sarebbe impossibile programmare tantissime applicazioni che, senza saperlo, usiamo quotidianamente, soprattutto in ambito web.

Tutti i più grandi colossi del IT nel mondo rilasciano API per consentire alle aziende di sviluppare applicazioni che prevedano le loro funzionalità. Del resto, è anche nel loro interesse: se un pezzo della mia applicazione sta nella tua, significa che avrò accesso a determinati dati, che poi potrò riutilizzare come meglio credo, naturalmente dopo aver acquisito la tua accettazione dei miei termini di servizio. Se usi le mie API, infatti, sei soggetto alle mie condizioni.

Ma quali sono gli utilizzi più comuni delle API?

Abbiamo detto che vengono utilizzate per la maggiore sui siti internet. In che modo, lo vediamo subito con alcuni esempi: molti siti che promuovono attività locali presentano una pagina in cui l’azienda indica la propria sede tramite una mappa di Google Maps: in quel caso, vengono utilizzate delle API fornite da Google.

Molti siti implementano i commenti di Facebook, oppure la possibilità di effettuare il login tramite il proprio account social. In quel caso, vengono utilizzate le API di Facebook.

Ancora, dicevamo prima, le estensioni dei browser: in quel caso le API vengono distribuite da chi ha sviluppato il browser.

Come vedi, le API vengono utilizzate praticamente per qualsiasi cosa! Prima di sviluppare un’app, quindi, chiediti se non esistono delle API.