Google e Facebook hanno scelto di appoggiare i nuovi standard determinati da Tim Berners-Lee, fondatore del world wide web. Berners-Lee la scorsa settimana ha proposto una interessante ipotesi di suddivisione della rete tra i colossi della Silicon Valley per ridurre il monopolio sulla rete. Come riporta il Financial Times, il nuovo contratto del web chiede alle varie compagnie di rispettare la privacy degli utenti, oltre che sostenere e difendere i diritti umani in ogni caso e ad ogni costo.
”Chi di noi e’ online vede i suoi diritti e le sue libertà minacciate”, ha spiegato Sir Tim Berners-Lee al Web Summit in corso a Lisbona. Parole che si aggiungono a quelle, preoccupanti delle recenti dichiarazioni di Tim Cook che parlava di un vero e proprio pericolo proveniente da Web e Social e di una militarizzazione dei dati.
”Abbiamo un nuovo contratto per il web, con chiare responsabilità’ per coloro che hanno il potere di rendere” la rete migliore.
Almeno in apparenza il contratto del web sembra un successo, è stato infatti firmato e sottoscritto da più di 60 aziende tra le quali Google, Facebook il governo francese e il miliardario Richard Branson.
Amazon non avrebbe firmato, l’azienda, contraria apparentemente al contratto, sarebbe infatti nel mirino di Berners-Lee che la ritiene troppo potente e grande e che vorrebbe una suddivisione dell’impero di Jeff Bezos.
Una situazione che fa pensare alla megacorporazioni della letteratura cyberpunk, e che dimostra ancora una volta come la rete e il denaro che questa è riuscita a generare, assieme alla questione della privacy e dei dati, siano diventate le vere priorità della nostra realtà. Il potere delle compagnie che controllano il web, è infatti spesso superiore a quello di uno stato, senza dimenticare le possibilità di influenzare l’informazione e la percezione del mondo degli utenti, ormai filtrati dal mondo web.